Si, buongiorno. In cinese, tana libera tutti si dice Quánbù shìfàng, spero di averlo pronunciato bene. In effetti, da stamattina, all'alba, soprattutto a Hong Kong e Macao, le frontiere interne della Cina, c'è stato molto entusiasmo. Fin dall'alba, la gente si è radunata per poter finalmente, dopo quasi tre anni passare dall'altra parte, sia pure all'interno della Cina pur dovendo esibire un tampone negativo. Il che, la dice lunga sulla artificializzazione, politicizzazione diciamo, di questa richiesta, di queste proteste per la richiesta di molti paesi europei ai turisti cinesi di esibire un certificato, un tampone negativo prima della partenza. Tra l'altro, misure che, come sapete, sono state sì raccomandate dall'Unione Europea, ma non rese obbligatorie. Quindi, è possibile che nei prossimi giorni ci sarà non poca confusione agli aeroporti perché per ora sembra, per esempio, che la Germania applicherà queste misure soltanto random, a casaccio diciamo, non per tutti gli arrivi e, soprattutto, solo per gli arrivi diretti. Stamattina, sono già partiti dalla Cina, da Pechino e da Shanghai i primi voli internazionali con i turisti cinesi che, diciamo la verità, hanno tutto il diritto di gioire per questa liberazione avvenuta dopo tre anni di lockdown durissimi. Gli italiani ricorderanno i nostri lockdown molto meno rigorosi di quelli che hanno dovuto sopportare i cinesi per questi tre anni e quindi è giusto che possono anche loro finalmente tornare a viaggiare. Tra l'altro, il turismo cinese fa quasi il 20% del fatturato totale del settore e, diciamolo chiaramente, fa molto comodo alle nostre economie che hanno bisogno di nuovi impulsi e di nuovi, diciamo, soldi freschi da parte del turismo internazionale. I cinesi sono molto importanti, quindi evitiamo allarmismi, cerchiamo di sperare che l'OMS abbia ragione nel dire che per ora non ci sono prove o indizi di nuove varianti o sotto varianti e diamo il benvenuto alla Cina che si riapre.