Stipendi non pagati, promesse non mantenute, condizioni di lavoro che non rispettano standard di sicurezza e igiene. Sono le ragioni alla base dei violenti scontri esplosi in Cina fra i dipendenti dell'enorme stabilimento della Foxconn di Zhengzhou e gli agenti di sicurezza in tenuta antissomossa, vestiti con tute bianche. I video e le immagini di quello che sta accadendo sono stati diffusi sul web. Le tensioni si sono aggravate dopo le rigide misure anti-Covid imposte dalla Cina. Da ottobre l’intero stabilimento, che ospita centinaia di migliaia di lavoratori, che vivono in dormitori costruiti apposta, è in lockdown. E' questo il principale luogo di produzione degli iPhone di Apple, dove si assembla circa l'80% degli smartphone Apple venduti in tutto il mondo. Molti lavoratori sono riusciti a scappare dalla fabbrica per timore di rimanere settimane o addirittura mesi bloccati all'interno. Gli altri, sono rimasti dentro e hanno continuato a lavorare con un sistema a bolla, in cui i dipendenti dovevano vivere e lavorare senza avere contatti con l’esterno. La produzione così non si è mai interrotta ma i problemi sono sorti quando l'azienda ha assunto nuovi dipendenti che ha affiancato a persone che già erano all'interno della struttura, esponendo tutti a rischi maggiori di contrarre il Coronavirus. L'azienda ha cercato di convincere chi è rimasto a non lasciare la fabbrica e ha avviato una gestione a circuito chiuso per ridurre i rischi, e per mantenere alta la produzione di iPhone, in vista delle festività natalizie. Ma la situazione è tutt'altro che tranquilla.























