Oltre 600 milioni di dosi vendute in giro per il mondo, circa 18 milioni donate ai Paesi più poveri, una quarantina finora, con l'impegno di aumentarne le forniture umanitarie appoggiando, nello stesso tempo, la moratoria sui brevetti proposta dagli USA e accolta tiepidamente dall'Europa. La Cina, dove tutto è iniziato ma tutto sembra anche essere finito in pochi mesi, vuole salire in cattedra e affida al Presidente Xi Jinping, che a differenza del leader russo Putin ha accolto l'invito di partecipare al vertice, un messaggio di speranza, solidarietà internazionale e impegno concreto. Accusata di perseguire, così come per l'iniziativa della Belt and Road, la cosiddetta nuova via della seta, una diplomazia di scambio, prima con prestiti e investimenti, ora con i vaccini, la Cina rivendica di aver affrontato e risolto l'emergenza pandemica e di aver, per prima, proposto la sospensione dei brevetti e la distribuzione gratuita dei vaccini, accusando indirettamente il mondo occidentale, ma soprattutto l'Europa, il cui Parlamento ieri ha congelato lo storico accordo sugli investimenti frutto di sei anni di difficili negoziati, provocando non poca irritazione a Pechino, di non far seguire i fatti alle parole. La Cina è sempre stata in prima linea nella lotta alla pandemia, ha spiegato un portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, anticipando il contenuto del discorso del presidente Xi. Siamo felici che anche gli Stati Uniti oggi siano impegnati sullo stesso fronte e lo consideriamo come un segnale per possibili collaborazioni in altri campi.