D'accordo sul risparmio energetico, d'accordo sul tetto ai guadagni delle aziende che producono energia a basso costo ma fanno profitti enormi in questo periodo, d'accordo sugli aiuti alle industrie del settore energetico in difficoltà. I Ministri dell'Energia dell'Unione Europea hanno trovato punti di incontro significativi su molto ma non su tutto. Rimane fuori il famoso price cap, il tetto al prezzo con cui i Paesi europei acquistano il metano dall'estero. C'è chi lo vorrebbe solo sul gas russo, chi come l'Italia su tutto il gas importato, chi non lo vorrebbe. Lo spiega il Ministro Cingolani. "15 Paesi si sono pronunciati chiaramente in favore di un price cap generalizzato, cioè su qualunque importazione di gas, non solo di un solo operatore, di un solo Paese. Ci sono stati tre che preferirebbero avere il price cap solo sul gas russo, che è una posizione che poi verrà discussa eventualmente. Tre Paesi non hanno pregiudiziali sul price cap però lo vorrebbero condizionato a verifiche e cinque Paesi che sono contrari o che sono rimasti neutrali, nel senso che non avendo un grande bisogno di gas perché casomai fanno GNL o sono isolati e così via non hanno espresso un voto. Quindi è una maggioranza molto forte." Sarà necessario un ulteriore lavoro della Commissione Europea che metterà nero su bianco la sua proposta di price cap, e una decisione finale dei Capi di Governo. I tempi però non possono allungarsi troppo. "I Governi UE sono unanimi nella considerare particolarmente urgente un intervento che possa limitare il caro energia. Del resto però mettere d'accordo 27 Paesi che hanno 27 situazioni energetiche ed economiche differenti non è facile." I prossimi appuntamenti saranno il discorso della Presidente della Commissione von der Leyen al Parlamento Europeo il prossimo 14 settembre e la riunione dei Capi di Governo il prossimo 6 ottobre dove dovrà essere presa una decisione finale.























