Ci sono soldati e poliziotti israeliani, singoli individui che passano informazioni logistiche a gruppi di coloni estremisti che assaltano camion di aiuti per i civili di Gaza. Una verità prima denunciata dalle organizzazioni umanitarie, ora rimbalzata nell'inchiesta del quotidiano britannico "The Guardian", dopo gli assalti in Cisgiordania. Dalle chat di coloni estremisti informazioni su orari, itinerari e soste degli aiuti provenivano da singoli agenti di polizia israeliana o soldati di Tsáhal. Non un vero e proprio ordine dello Stato maggiore, ma iniziative singole, alcune anche scoperte dai vertici militari israeliani e conseguentemente punite. Ci sarebbero anche riservisti che si sono rifiutati di riportare l'ordine pubblico ai valichi della Cisgiordania, dove i coloni hanno bloccato i camion e incolpato poi Hamas di sabotare gli aiuti internazionali. Episodi che hanno provocato la condanna degli Stati Uniti e che mettono a repentaglio il rispetto del diritto internazionale all'assistenza dei civili, diritto internazionale che in questa guerra appare appannato, oscurato da entrambe le parti. È di rabbia e di condanna la reazione degli sfollati di Gaza al mandato d'arresto emesso dalla corte internazionale di giustizia per Hamas e per Netanyahu, accusati per crimini di guerra e contro l'umanità, sia per gli attacchi del 7 ottobre contro Israele, sia per la successiva guerra a Gaza.























