"Harvard è una barzelletta", dice Trump mentre si lecca le ferite e aspetta le scuse. Lo schiaffo del prestigioso Ateneo fa ancora male. John Fitzgerald Kennedy, Barack Obama, George W. Bush, Theodore Roosevelt, tutti laureati ad Harvard, una delle più prestigiose e ricche Università del mondo che secondo il Presidente americano "insegna odio e stupidità e per questo non merita di ricevere fondi federali". La scelta dell'Ateneo di non sottostare alle direttive del Presidente USA produce l'effetto domino che si augurava l'ex Presidente Obama. Anche la Columbia University ci ripensa. Ad inizio marzo l'Ateneo aveva accettato le richieste dell'Amministrazione americana dopo che questa gli aveva tagliato 400 milioni di dollari federali. L'Amministrazione Trump si era scagliata contro le Università di tutto il Paese per come avevano o sarebbe meglio dire non avevano soffocato proteste studentesche filo-palestinesi nei campus. Proteste che il Presidente considera antiamericane e antisemite, mentre accusa le Università di promuovere l'ideologia della sinistra radicale e minaccia di sospendere le sovvenzioni e i contratti federali con le strutture che non accettano le sue direttive. Secondo la legge statunitense, la maggior parte delle Università è esente dall'imposta federale sul reddito perché considerata dedita a scopi educativi di pubblico interesse. Il rettore di Harvard, Alan Garber, aveva motivato il rifiuto delle richieste presidenziali con una lettera. "Chiudere i programmi di diversità, equità e inclusione", si legge nel documento, "sono affermazioni di potere senza precedenti, slegate dalla legge, che violano la libertà di parola sancita dalla Costituzione e il Civil Rights Act". Princeton e Stanford seguono la scia della disobbedienza e scelgono di sostenere la posizione di Harvard. Forse è solo l'inizio. .