La luce di migliaia di candele brilla dentro le ampolle di vetro e rischiara la notte della provincia thailandese di Phang-nga. La veglia per commemorare il ventennale dello tsunami che uccise 230mila persone, si svolge sulla spiaggia. Qui si trova il Ban Nam Khem, il parco della memoria delle vittime dello tsunami di 20 anni fa. Migliaia di persone sfilano lungo il muro di cemento ricurvo, che rappresenta lo tsunami. Su un altro lato c'è un lungo percorso che costeggia un muro di argilla, misto a mattoni e piastrelle di ceramica, su cui sono incisi più di 1.400 nomi di defunti. Un ricordo e un dolore indelebili. Thailanda, Indonesia, India, Sri Lanka, alcuni dei Paesi devastati da quella catastrofe. Tante le celebrazioni che hanno commemorato le vittime del 2004. Fiori, lacrime e preghiere ad Aceh, Indonesia, dove morirono quasi la metà delle persone travolte dalla furia dello tsunami. I famigliari si sono riuniti davanti a una fossa comune nel villaggio di Ulee Lheue, spargendo petali sulle lapidi dei loro cari. Si prega, si ricordano i nomi dei morti e si intonano canti nelle moschee, nei monasteri buddisti o nei templi induisti. I Tamil in India versano latte e fiori nel mare. Le commemorazione del ventennale hanno coinvolto ogni spiaggia, piccolo villaggio di pescatori o paese di contadini. Un filo rosso che corre lungo tutte le comunità toccate dallo tsunami. Ovunque è accanto allo strazio di chi è sopravvissuto e ha perso tutto, il calore di chi ha aiutato a ricostruire con fatica e difficoltà un territorio distrutto.