Il lungo vertice di lunedì alla Casa Bianca durato fino alla sera fra il Presidente Donald Trump, l'ucraino Volodymyr Zelensky e vari leader europei, è stato definito dai partecipanti come produttivo, tuttavia molti punti trattati rimangono poco chiari. Dalle robuste garanzie di sicurezza per Kiev, incluso l'acquisto di 90 miliardi di dollari in armamenti, fino alla possibilità di concedere alcuni territori ucraini a Mosca come il Donbass, sono molti gli argomenti su cui trovare ancora un compromesso. Per questa ragione Trump in una chiamata telefonica di 40 minuti con Vladimir Putin nel mezzo dei negoziati della giornata, ha iniziato a gettare le basi per un possibile bilaterale fra Zelensky e il leader russo, in un luogo ancora da determinare. Secondo il cancelliere tedesco Friedrich Merz, l'incontro dovrebbe avere luogo fra due settimane. Successivamente se il faccia a faccia fra i due nemici andasse bene, il Presidente americano si unirebbe per un eventuale trilaterale dove si discuterebbe la ridefinizione del territorio ucraino. Mosca da parte sua non ha confermato la possibile partecipazione di Putin ad un eventuale incontro con Zelensky, concordando solamente la necessità di nominare negoziatori più esperti nei colloqui diretti fra i due Paesi. Secondo Zelensky per convincere Putin ad incontrarlo, servirà la pressione degli Stati Uniti, ma rimane pronto a qualsiasi formato di summit, si deciderà con Mosca. Nel frattempo, indossando un abito nero senza cravatta al posto della sua solita uniforme, i toni di questo lunedì per il leader di Kiev, sono stati completamente diversi rispetto al precedente burrascoso incontro con Trump di febbraio. In tutto ciò, per quanto riguarda le garanzie di sicurezza, Trump per la prima volta ha aperto alla possibilità di inviare truppe americane, non solo europee, in territorio ucraino, per garantire che un accordo di pace possa essere rispettato. Il Cremlino ha immediatamente scartato questa ipotesi. .























