Coronavirus in Russia e in India, tra fake news e paura

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4 anni fa

Come mai la Russia e l'India, che hanno rispettivamente 146 milioni di abitanti e 1 miliardo e 300 milioni di abitanti, hanno meno casi di coronavirus del Lussemburgo, che di abitanti ne ha solo 600 mila? È possibile un dato statistico, tanto incredibile? Le ragioni, posto che sia possibile risalire alle ragioni, si tratta, infatti, soprattutto di ipotesi, sarebbero per certi versi simili e per altri diverse, ma i numeri dell'OMS, sono invece inequivocabili: Lussemburgo 798 casi, Russia 438, India 425. La Russia, che ha un potere centrale tanto potente, da poterlo considerare autoritario, avrebbe condotto test di massa fin da fine gennaio, chiudendo il 2 mila 600 chilometri di frontiera con la Cina e facendo tamponi a tutti i passeggeri in arrivo da Cina, Iran e Sud Corea. I pochi casi sarebbero arrivati dall'Italia, che inizialmente non era considerata a rischio. Putin ha spiegato che il Ministero della Salute si è attivato almeno un mese prima di quelli degli altri Paesi europei. Tutti i potenziali positivi vengono isolati e controllati, anche negli spostamenti. Dall'Opposizione, emergono dubbi sull'attendibilità del test che viene eseguito da un singolo laboratorio in tutto il Paese e che, secondo alcuni, non farebbe emergere tutti i casi reali. Non solo, Putin ha firmato un decreto che fissa al 22 di aprire un referendum popolare con modifiche costituzionali che gli consentirebbero di rimanere al potere fino al 2036. L'Opposizione, ovviamente, sospetta che voglia tenere bassi i numeri per non dover rimandare il voto. Diverso è il caso dell'India, Paese iperpopoloso, che non è però nella fascia climatica dove, per il momento, il coronavirus ha attecchito. Qui, tra le ipotesi c'è anche il fatto che la popolazione è particolarmente giovane, quindi il virus sarebbe, nella maggior parte dei casi, asintomatico e poco dannoso. Il numero di tamponi fatti è molto basso e, soprattutto nei casi di contagio, il controllo è stato ferreo. I focolai sono stati 2, uno derivante da 16 turisti italiani in Rajasthan, i cui movimenti sono stati tracciati al millimetro, determinando ogni singolo contatto avuto e mettendo tutti in quarantena, e un altro derivante da turisti indiani tornati dall'Europa, anche acquisti identificati bloccati. Il dubbio è che il Governo faccia pochi tamponi e, soprattutto, non comunichi tutti i dati loro alla OMS. Di certo, visto il sovraffollamento del Paese e le condizioni igieniche estreme, è difficile immaginare come si possa bloccare la trasmissione in realtà promiscue, come gli enormi slum alle periferia di Delhi, Mumbai e Kolkata. In sintesi, i dati indiani e russi sembrano molto strani, senza arrivare a dire che siano fasulli, ma anche se fossero veri, sembrerebbero soprattutto il frutto di Governi forti che possono usare il pugno duro e restringere al massimo le libertà dei propri cittadini, anche tracciandoli ovunque, se lo ritengono necessario, un po' come sta facendo la Cina.