È quella che, in condizioni normali, dovrebbe essere l'ora di punta, ma né il traffico né i passeggeri della metropolitana di Madrid sono quelli di un giorno normale. Eppure è questa la prima prova della ripartenza in Spagna. Il primo segno evidente è qui nei servizi di trasporto pubblico, dove da ieri migliaia di agenti, insieme a volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa, distribuiscono 10 milioni di mascherine chirurgiche, un milione e mezzo solo nella capitale. Dopo un mese dall'inizio dello stato di allerta per l'emergenza del Covid-19, da ieri è ripresa l'attività non essenziale che non può svolgersi con telelavoro, e che era stata fermata a 15 giorni fa. Ripartono la costruzione e la grande industria, purché ci siano le condizioni per rispettare i protocolli di sicurezza, come la distanza minima di 1 o 2 metri tra i lavoratori. Il ritorno alla normalità è ancora lontano, come dimostra l'immagine di Puerta del Sol, il chilometro zero di Madrid. Ma anche questa prima riapertura non mette d'accordo tutti. La riapertura parziale ha suscitato polemiche e resistenza da parte di alcuni governi regionali come quello di Madrid e soprattutto quello della Catalogna dove, come nelle altre Regioni in cui ieri era festivo, l'attività riprende oggi. Solo nel settore della costruzione, la ripresa delle attività, significa il ritorno al lavoro di almeno 1.700.000 persone, secondo il Sindacato, Commissione Sovreras. Lavoratori come David Lopez. In un Paese dove a marzo si sono persi quasi 900.000 posti di lavoro, il peggior dato di sempre, il dibattito è, in questo momento, come evitare il rischio di una nuova ondata di contagi, senza soffocare l'economia.