Mentre nel mondo si superano ormai gli 800.000 casi di persone positive al coronavirus, i morti sfiorano i 38.000. Da un capo all'altro del globo, il silenzio delle città è interrotto solo dal suono delle ambulanze, che in Spagna corrono forse più che in altri luoghi. Nelle ultime 24 ore i casi di contagio nel Paese sono aumentati di circa 10.000 unità. Ancora troppi anche in Spagna, che dopo aver convertito il Palazzo del ghiaccio, adesso adibito ad obitorio anche la Cittadella della Giustizia di Madrid, ancora in costruzione. Le unità di terapia intensiva anche qui sono sovraffollate, Così si corre ai ripari trasformando il Centro Conferenze della capitale in un ospedale da 1.400 posti. Anche in Francia è una corsa contro il tempo. C'è bisogno di materiale sanitario e di mascherine anzitutto, lo ha ribadito il Presidente Macron che ha visitato una azienda che le produce. “Entro la fine di aprile - ha annunciato - saremo in grado di triplicare la produzione interna di mascherine, portandola al 10 milioni di unità a settimana”. In Ungheria, invece, dove si contano 447 casi e 15 decessi finora, oltre che sulla situazione sanitaria, gli occhi dell'Europa sono puntati sul premier Viktor Orban, che ha preso ormai pieni poteri, mentre l'opposizione grida al golpe. Intanto in Cina si fanno i conti da una parte con i casi di ritorno e dall'altra con gli asintomatici. Se a Pechino alcuni ospedali sono stati dedicati esclusivamente ai casi di positività al Covid-19 importati dall'estero, a Wuhan, epicentro da cui è partita la pandemia, ci si concentra soprattutto sugli asintomatici. Anche qui un problema. Finora, facendo test a tappeto ne sono stati individuati 1.541. In Israele, invece, che conta già quasi 5.000 casi, si disinfetta un muro del pianto, sul quale per ora nessuno è autorizzato a piangere.