Scene contrastanti nel mondo a seconda del rallentamento o meno dei contagi e dei decessi da coronavirus. Si va a velocità diverse. Mentre la Cina riapre il 30% dei suoi siti turistici, in Norvegia, gradualmente, ricominciano le scuole e il Primo Ministro ringrazia le famiglie per l'aiuto dato ai bambini, sostituendosi agli insegnanti. In Austria, com'è già avvenuto la scorsa settimana, con la riapertura dei centri fai da te c'è stato un vero assalto agli sportelli drive in e dei fast food. La Spagna resta invece il focolaio più attivo in Europa, superando i 200 mila casi di contagio. Il premier Sánchez ha esteso le misure di confinamento fino al 9 maggio, ma ha accolto l'appello: “Liberate i bambini”. Dal 27 aprile, infatti, i minori potranno uscire di casa seppur con limiti e con cautela. La Francia renderà obbligatorio l'uso delle mascherine sui mezzi di trasporto e aspetta l'11 maggio per ripartire. Sempre pesante la situazione in Russia, dove continua un ferreo lock down, visti i record dei contagi della scorsa settimana. A Istanbul, per far fronte all'emergenza, si costruisce un nuovo maxi ospedale con una terapia intensiva di 2 mila 500 posti. La virtuosa Nuova Zelanda, nonostante i numeri ridotti, solo 12 vittime e circa mille 400 contagi, proroga fino al 27 le misure di contenimento. All'estremo opposto il Brasile. Impressionanti le scene che vengono da Brasilia e che risalgono a 2 giorni fa. Incurante delle restrizioni e di un tasso di letalità del 6% nel Paese, ecco il Presidente Bolsonaro che fa un vero e proprio bagno di di folla, con migliaia di suoi sostenitori, tutti accalcati e pressati mentre lo esortano a compiere addirittura un colpo di stato. Universi opposti. Israele ci mostra come saranno le manifestazioni al tempo del Covid-19. Centinaia di contestatori protestano contro Netanyahu, cosi, a 2 metri l'uno dall'altro, con tanto di segni per terra. Non sarà il massimo del coinvolgimento, ma tant'è.