Non è finita. Il coronavirus continua ad essere una minaccia a livello globale. Sono ancora molti i paesi dove i numeri invitano a non abbassare la guardia. Oltre che negli Stati Uniti, la situazione resta molto critica in America latina. Preoccupano il sud-est asiatico, l'Africa e il Mediterraneo orientale. Superati i 100.000 morti in Perù, dove la quarantena continua, ma dove riaprono parzialmente le città dopo 160 giorni di lockdown. È questo il secondo Paese più colpito dell'area, dopo il Brasile che conta un milione e mezzo di contagiati e oltre 60.000 morti. Nuova impennata di casi in India, con quasi 20.000 nuove infezioni in un singolo giorno, mentre a Tokyo più dei numeri a preoccupare è la distribuzione dei casi, come sottolineato dalla governatrice. Un numero consistente dei nuovi contagiati ha infatti tra i 20 e i 30 anni. Fa già i conti con una seconda ondata Israele, che ha superato per la prima volta i 1.000 casi in un solo giorno. Nuove restrizioni, dunque, per locali pubblici e sinagoghe. Anche in Serbia dopo un periodo di progressivo calo dei contagi e allentamento quasi completo delle restrizioni da diversi giorni si assiste a un'inversione di rotta. A Belgrado principale focolaio della nuova ondata di Covid-19 da oggi vige lo stato di emergenza. Guardia alta, insomma. È la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a invitare alla cautela osservando i numeri. Oltre 10 milioni di casi ufficiali di Covid e più di 500.000 morti. Solo la settimana scorsa il numero dei nuovi contagi ha superato i 160.000 in ogni singolo giorno. Non solo, il 60% di tutti quelli registrati finora è stato segnalato nell'ultimo mese. I numeri così non si vedevano dagli inizi di maggio, tanto che l'OMS nelle ultime ore ha avvertito: il peggio deve ancora venire.