Anche se con i primi leggeri rallentamenti, i numeri dell'epidemia negli Stati Uniti continuano ad essere impietosi, ma anche specchio di un'America divisa persino nella risposta al virus. Solo nell'ultimo fine settimana si sono registrati 100.000 nuovi casi di Covid-19 negli Stati Uniti, ma fortunatamente è ancora basso il tasso di mortalità, anche considerando che si abbassa l'età media delle persone contagiate, come in Florida dove ormai da due settimane i contagi aumentano al ritmo di più di 10.000 al giorno, ma l'età media è fra i 30 e i 40 anni. Rimangono comunque dati preoccupanti perché in continua crescita con una spirale ascendente di cui non si vede la fine, anche a causa delle differente gestione dell'emergenza. Se in Florida, ad esempio, nonostante i numeri dei contagi, il governatore Ron DeSantis è già pronto a rimandare i bambini in classe a fine agosto, e negli ultimi giorni ha riaperto Disney World, uno dei più grandi parchi divertimento del Paese, in California, un altro degli Stati ancora in difficoltà, è stato dato nuovamente ordine di fermare tutte le attività al chiuso non essenziali e le contee di Los Angeles e San Diego hanno annunciato che in autunno, per adesso, non riapriranno le scuole, perché dopo le mascherine anche il rientro in classe sta diventando una questione più politica che sanitaria. Il Presidente Trump spinge per la riapertura, mentre i democratici frenano negli Stati che guidano come, appunto, la California e New York, dove in realtà i numeri incoraggianti dovrebbero far guardare con maggiore serenità alla riapertura, ma dove invece bambini e ragazzi dovranno andare avanti ancora almeno fino a Natale, con un sistema misto fra corsi online e alcuni giorni in classe.