Uno dei Paesi più colpiti, la Spagna di Pedro Sánchez ha deciso, dal 27 aprile i bambini fino a 12 anni potranno uscire di casa protetti da mascherine e a rotazione. I minori, insomma, saranno esclusi dal lock down che lo stesso primo ministro iberico ha annunciato di voler prolungare fino al 9 di maggio e in caso di recrudescenza del contagio, ammonisce Sánchez, si tornerà immediatamente alle misure più restrittive. Dopo l'Italia, la Spagna e l'Europa, insomma, adesso è tutto il mondo che comincia a fare i conti con la guerra al virus. Sono oltre 154000 le vittime di coronavirus e più di due milioni e mezzo i casi. Nel soloo Messico nella giornata di ieri sono stati registrati 7497 nuovi casi e 650 morti. Gli stati Uniti, che sono il Paese più colpito, osservano il braccio di ferro fra il Presidente Donald Trump, che continua a spingere ad un allentamento dello lock down e alcuni governatori, a cominciare da quello di New York Andrew Cuomo, che chiedono supporto federale per aumentare il numero dei tamponi, ma il vero timore è che nelle zone più fragili del pianeta, Sudamerica, soprattutto Africa non ci siano argini sociali e di welfare all'esplosione dell'epidemia. Il direttore dell'organizzazione mondiale della sanità parla di un incremento dei contagi del 50% e dei decessi del 60% in una settimana. Il virus ha colpito oltre 55 paesi. I dati sono parziali e poco attendibili, si passa dal lock down del Ghana in mano all'esercito, al caos totale della Nigeria, dove la popolazione sembra incurante del pericolo, assembramenti e folla si vedono ovunque. Nel frattempo la Cina, che ha rivisto i suoi numeri, aggiungendo 1300 decessi, chiude un altro ospedale covid a Wuhan, nella città simbolo del contagio e proprio alla Cina si è rivolto direttamente il Presidente americano Trump, parlando di conseguenze. A chi gli chiede se lo stato cinese debba pagare le conseguenze del contagio, il presidente americano ha risposto secco sì, se sono intenzionalmente responsabili non c'è dubbio.