I casi accertati da Covid-19 negli Stati Uniti hanno superato la soglia dei 4 milioni. I ricoveri sono in aumento in oltre 30 stati e il numero giornaliero dei morti inizia a preoccupare in Texas e Florida. Dati che hanno portato anche il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a fare una marcia indietro che fino a qualche settimana fa sembrava impossibile. Il capo della Casa Bianca nella notte italiana ha infatti annunciato la cancellazione della Convention repubblicana di Jacksonville, in Florida, prevista a fine agosto. In quell'occasione avrebbe dovuto pronunciare il suo discorso di accettazione della candidatura per le prossime elezioni di novembre. Trump nei mesi scorsi, nel pieno della pandemia, aveva obbligato il Partito Repubblicano a cercare una nuova destinazione disponibile ad ospitare la convention senza distanza di sicurezza tra i partecipanti. Una decisione presa dopo che il Governatore democratico della Carolina del Nord aveva negato la possibilità di un raduno senza restrizioni a Charlotte, città scelta inizialmente dai repubblicani. Piani dunque nuovamente ribaltati, con i delegati repubblicani che si raduneranno a Charlotte. Intanto, dopo la chiusura del consolato cinese a Houston, si inasprisce il confronto tra Pechino e Washington, con il Segretario di Stato che lancia un attacco diretto da guerra fredda. Mike Pompeo si è prima rivolto al popolo cinese, criticando la politica del Presidente Xi: crede, ha detto Pompeo, nell'ideologia totalitaria. Poi ha attaccato il Partito comunista cinese, dicendo di avere paura delle opinioni oneste dei cinesi più di qualsiasi altro nemico straniero. Se il mondo libero non cambierà la Cina comunista, ha concluso Pompeo, la Cina comunista cambierà noi.