Dai dazi al 5G lo scontro fra Usa e Cina, ormai da settimane si è spostato sul fronte coronavirus. L'Organizzazione mondiale della sanità da arbitro è diventata campo di battaglia con gli Stati Uniti che l'accusano di aver nascosto i ritardi e le mancanze della Cina nella gestione dell'epidemia. Il Presidente Trump ha messo nero su bianco in una lettera quello che negli ultimi giorni ha ribadito più volte anche a parole: gli Usa sono pronti a congelare la propria ingente contributo finanziario all’OMS valuteranno anche la possibilità di uscire del tutto dall'organizzazione se l’OMS entro 30 giorni non cercherà di correggere quello che Trump ha definito ingiustizie e fallimenti nella crisi del coronavirus. Pechino ha replicato accusando Washington di voler cercare un capro espiatorio per non dover rendere conto di quella che è stata definita della Cina la risposta maldestra americana alla pandemia. Gli Stati Uniti d'altronde detengono l'infelice primato nel numero dei morti e dei contagi. Risultato di una mala gestione, secondo i cinesi, di cui Trump, però, non vuole assumersi la responsabilità. Intanto si è chiusa la 73° Assemblea generale dell’OMS ed è stata approvata una risoluzione che prevede l'avvio di un'indagine internazionale sull'operato della stessa organizzazione e anche potenzialmente sull'origine del virus e sulla catena che lo ha portato dall'animale all'uomo. Ma così come richiesto dalla Cina non si stabilisce una data precisa di inizio per queste indagini. Intanto il Presidente americano sul fronte interno, continua la sua battaglia a difesa dell’idrossiclorochina. Dopo aver rivelato di prendeva da ormai due settimane senza che esista nessuna prova scientifica, né sulla sua certa efficacia come cura del covid-19 e ancor meno sulle sue proprietà preventive. Il Presidente ha dichiarato di essere, però convinto delle sue potenzialità, pur precisando che assumerla o meno resta comunque un decisione che ognuno deve prendere personalmente.