È stata colta in flagranza di reato, e questa sarebbe la ragione per cui anche la vicepresidente greca del Parlamento Europeo, Eva Kaili, si trova in stato di fermo. Nella sua abitazione a Bruxelles, stando a quanto emerso dai media belga, la polizia giudiziaria avrebbe trovato tassi colmi di banconote. La presunta prova della corruzione. Agli arresti anche il padre di Kaili che nel frattempo è stata sospesa sia dal gruppo socialista che dal suo partito dopo la bufera giudiziaria scatenata dall'inchiesta per corruzione che dal Qatar arriva nel cuore dell'Europa e che ha portato a 5 fermi emessi dalla Procura Federale belga e a 2 mandati di arresto europeo eseguiti a Bergamo. In manette a Bruxelles è finito infatti anche l'ex eurodeputato del PD poi passato ad Articolo Uno e da cui è stato espulso, Antonio Panzeri nella cui abitazione sono stati trovati 600 mila euro in contanti. Arrestate a Bergamo anche la moglie e la figlia di Panzeri, presunte complici, secondo I magistrati, nel riciclaggio di quei soldi che sarebbero arrivati dal Qatar per influenzare in suo favore decisioni del Parlamento europeo al fine di propagandare presunti progressi nella tutela dei diritti umani e nelle condizioni di lavoro dei migranti nel Paese arabo. Stando agli atti trasmessi da Bruxelles le due donne sarebbero ritenute pienamente consapevoli delle attività del marito e padre. Attività che avrebbe consentito in passato alla coppia, stando ad alcune intercettazioni, anche vacanze da 100mila euro. In manette a Bruxelles sono finiti anche Luca Visentini, Segretario Generale della Confederazione internazionale dei sindacati, l'assistente parlamentare compagno di Kaili, Francesco Giorgi, e Nicolò Figà-Talamanca della ONG No Peace without Justice. L'inchiesta però potrebbe ulteriormente allargarsi. Le autorità belga sospetterebbero infatti, se pur nel rispetto della presunzione di innocenza, che Panzeri possa aver influenzato, dietro pagamento, anche decisioni del Parlamento Europeo relative al Marocco. Intanto in un tweet la Presidente dell'Aula Roberta Metsola scrive che il Parlamento Europeo è saldamente contro la corruzione e assicura che faremo tutto il possibile per agevolare il corso della giustizia.























