Attesa e sollecitata anche da numerose e crescenti proteste popolari, la fine delle restrizioni imposte dalla controversa politica dello zero Covid e la conseguente riapertura della Cina al mondo, sta ora provocando effetti contraddittori. Da un lato ci sono i mercati che stanno reagendo in maniera positiva alla prospettiva del ritorno in campo della seconda potenza economica del mondo con tutti gli effetti positivi che potrà portare sui prezzi delle materie prime e sulla ripresa degli scambi commerciali, dall'altro cresce la preoccupazione che l'improvvisa, apparentemente inarrestabile, esplosione dei contagi possa creare nuove emergenze sanitarie, sia all'interno della Cina che del resto del mondo. E l'emergenza ora è quella di come gestire l'ondata di cinesi che, giustamente, dopo quasi tre anni di lockdown e restrizioni varie sono ora liberi di circolare, non solo all'interno del loro Paese, dove stanno per iniziare le vacanze più importanti dell'anno legate al Capodanno lunare, ma anche all'estero. E mentre molti Paesi, tra i quali l'Italia, hanno annunciato varie forme di restrizioni, innanzitutto la prova di un tampone negativo, tour operator e compagnie aeree si trovano ad affrontare una situazione senza precedenti con milioni di prenotazioni già effettuate che rischiano di saltare. Dopo una lunga trattativa risolta con un intervento diretto del Premier Fumio Kishida, il Giappone ha ceduto alle pressioni di Hong Kong accettando che i turisti possono regolarmente atterrare in vari aeroporti dell'arcipelago, revocando così l'ordine di tenere aperti solo due aeroporti. Ma il problema rischia di estendersi nelle prossime ore in altri Paesi, sia in Europa che negli Stati Uniti, nel frattempo la Cina ha ufficialmente iniziato a rilasciare i visti di ingresso, ripristinando anche l'esenzione, fino a 144 ore, per tutti coloro che vi si recano per motivi di turismo.