Il virus ha ripreso a correre. Due mila nuovi casi nelle ultime 24 ore, un dato che, seppur lievemente in frenata rispetto al giorno precedente, dimostra che la Cina è alle prese con un nuovo, importante focolaio di Covid-19. E a poco più di due settimane dall'allentamento delle politiche restrittive, da l'addio alla "strategia zero contagi", che ha scatenato la paura nei cittadini. Pechino, in particolare, si sta svuotando. La gente esce di casa solo per estrema necessità, in negozi, ristoranti ed uffici scarseggia il personale perché affetto dal virus. Nelle farmacie c'è carenza di medicinali per la febbre, tamponi e antidolorifici e gli ospedali cominciano ad essere nuovamente sotto pressione. Tanto che a medici ed infermieri è stato chiesto di lavorare anche se positivi. Secondo il quotidiano inglese The Guardian, a Pechino l'80% del personale sanitario risulta infetto. Dopo l'abbandono della rigida linea in vigore da quasi tre anni, il governo cinese ha smesso di diffondere i numeri dei contagi asintomatici, impossibili ormai da tracciare. Intanto l'OMS ha espresso preoccupazione per il fatto che la popolazione cinese, 1 miliardo e 400 milioni di persone non sia adeguatamente vaccinata. Pechino ha rispedito al mittente, affermando che circa il 90% dei cittadini lo è, ma annunciando che accelererà sul secondo richiamo per fragili ed anziani di età superiore ai 60 anni.























