Dopo aver finalmente comunicato per la prima volta dati ufficiali più credibili, circa il numero di contagi e dei morti, oltre 60 mila dallo scorso dicembre, la Cina insiste però che il picco dei contagi è stato comunque raggiunto e che la situazione è sotto controllo. I decessi riguardano per la maggior parte persone anziane, molte delle quali colpite da altre patologie. Mentre viene escluso il rischio di nuove varianti. Ma mentre un portavoce dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, esprime apprezzamento per il nuovo approccio delle Autorità Centrali di Pechino, in Cina la situazione sta di nuovo complicandosi. La decisione di togliere ogni restrizione al movimento dei cittadini e alle difficoltà insorte negli ultimi giorni per i viaggi all'estero sta portando al collasso la situazione dei trasporti interni, in occasione del Chūnjié, il capodanno cinese, sono stati prenotati online oltre 2 miliardi di viaggi, ma molti rischiano di saltare per il sovraffollamento di treni, autobus e aerei. Molti governatori delle varie province stanno lanciando in questi giorni appello ai loro cittadini di astenersi dal viaggiare offrendo di rimborsare eventuali penali, ma il richiamo del Chūnjié è un periodo di circa tre settimane iniziato lo scorso 7 gennaio, è troppo forte per i cinesi. Soprattutto dopo 3 anni in cui sono stati obbligati a restare a casa. I media locali mandano continuamente in onda scene di gente pronta ad affrontare lunghe file alle stazioni e agli aeroporti, ma felice di tornare a casa per rivedere dopo tanto tempo parenti e amici.