Vaccini occidentali alla Cina? No, grazie. E' questa la risposta di Pechino all’offerta dell’Unione europea di inviare vaccini gratis nella repubblica popolare per arginare la nuova ondata di contagi nel Paese. L’iniziativa, - riferita dal Financial Times - era stata proposta dalla commissaria europea alla salute Stella Kyriakides, per offrire solidarietà e sostegno. Ma Pechino ha rifiutato l’aiuto rispondendo che la loro produzione di dosi è enorme e basta per coprire il bisogno di domanda. Eppure, i vaccini prodotti in Cina si sono rivelati molto inferiori rispetto agli altri in termini di capacità di prevenire le infezioni e anche la campagna vaccinale è stata piuttosto un disastro: Stando ai dati dell'organizzazione Mondiale della sanità, infatti, soltanto il 40% degli over 80 ha effettuato tre dosi e l’organizzazione reputa l’attuale copertura vaccinale del Paese del tutto “insufficiente”. Così, ora che i contagi stanno tornando a circolare velocemente in tutta la Cina, i governi di mezzo mondo sono corsi ai ripari chiedendo a tutti i passeggeri in arrivo da Pechino un tampone antigenico o molecolare negativo. Misure che il paese asiatico ha fortemente contestato affermando che i test imposti sono “privi di base scientifica” e animati solo da scopi politici. Una reazione che un po’ sorprende visti i rigidi controlli sanitari messi in campo finora proprio dalla Repubblica popolare e rivolti ai viaggiatori in arrivo, come tamponi negativi, certificati di vaccinazione, e quarantena nei Covid hotel. Ma quale sia la reale diffusione dei contagi, è difficile da comprendere. Le autorità sanitarie cinesi non collaborano per chiarire i dati che emergono anche se Pechino è arrivata ad ammettere 5 mila nuovi casi al giorno. Ma secondo una stima di un'agenzia britannica il bilancio sarebbe di 9 mila morti al giorno. La portavoce del ministero degli Esteri ha spiegato che la situazione è sotto controllo. Ma ha anche aggiunto che il governo è pronto a lavorare con la comunità internazionale per la gestione della pandemia.