"Quando sento i dirigenti del CIO dire che le Olimpiadi si faranno anche se scoppiasse l'Armageddon, non posso che indignarmi e chiedermi se questi signori abbiano letto la carta olimpica e se si rendono conto dell'enorme responsabilità che si stanno assumendo". Tra le sempre più numerosi voci che si stanno elevando contro le olimpiadi, parole così dure non si erano ancora sentite. Naoto Oyama, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Medici giapponesi, non ha dubbi e lancia un appello alla comunità internazionale, atleti compresi. Dovevano essere le Olimpiadi della rinascita del Giappone, rischiano invece di passare alla storia per aver resuscitato una pandemia che sembra finalmente sotto controllo. Secondo il dottor Oyama, che ha ribadito l'impossibilità di collaborare con le autorità olimpiche di medici e infermieri locali, troppo occupati nel gestire l'emergenza nazionale, l'arrivo di decine di migliaia di stranieri da ogni parte del mondo non solo farà entrare le varianti già conosciute ma rischia di farne nascere una nuova. La variante olimpica. "Il mondo si è mobilitato per imporre una tregua in Medio Oriente", ha detto il dottor Oyama, in una conferenza stampa presso il centro stampa estera di Tokyo, "dove ci sono stati 2 mila morti, rimasti uccisi dal fuoco nemico. Possibile che nessuno pensi ad evitare che una guerra che ha provocato oltre 3 milioni di morti, quasi sempre vittime di contagi da parte di parenti e amici, provochi altre vittime? Vi rendete conto che ci potrebbero essere dei morti causati da un evento, che in questo paese, nessuno vuole più più?".