E se fosse una pillola a sconfiggere il Covid? Una piccola pasticca da prendere due volte al giorno per 5 giorni all’insorgenza dei sintomi dell’infezione potrebbe essere l’arma definitiva per ridurre la malattia che ha sconvolto il mondo a poco più di un’influenza. Più semplice da somministrare, conservare e distribuire di un vaccino, per non parlare delle costose terapie monoclonali, l’antivirale in compresse annunciato dalla casa farmaceutica americana Merck ha dimostrato nelle sperimentazioni cliniche la capacità di dimezzare l’ospedalizzazione e il decesso nei pazienti che avevano contratto forme lievi o moderate di Coronavirus. I test di laboratorio ne hanno suggerito poi l’efficacia anche contro le varianti più aggressive. L’azienda statunitense chiederà all’Agenzia Federale del Farmaco l’autorizzazione alla commercializzazione di emergenza il prima possibile, nel frattempo ha già iniziato la produzione e stima di arrivare a 10 milioni di pezzi entro l'anno. Più che in Occidente, dove la disponibilità e l’efficacia dei vaccini stanno mettendo al sicuro la popolazione, la pillola anti-Covid sarebbe fondamentale per immunizzare i Paesi poveri del mondo. Per questo la casa produttrice ha già concesso la licenza a cinque diverse aziende indiane. Mentre il bilancio delle vittime negli Stati Uniti si approssima alle 700.000, di cui le ultime concentrate negli Stati meridionali tra persone non vaccinate e sempre più giovani, quattro insegnanti di New York fanno ricorso alla Corte Suprema contro l'obbligo di vaccinazione deciso dalla città per il personale scolastico. E dall'altra parte del Paese, il Governatore della California stabilisce che, come avviene per altre malattie contagiose, anche la vaccinazione anti-Covid diventi obbligatoria per tutti gli studenti dai 12 anni in su che vorranno frequentare le lezioni in classe.