Più di 10 milioni di casi, soprattutto 1 milione e mezzo di casi soltanto negli ultimi sette giorni. Questi numeri fotografano perfettamente la diffusione del contagio da coronavirus in Europa e la sua velocità. Una velocità che preoccupa in tutte le capitali, che corrono ai ripari. Con più di 47.000 casi nelle ultime 24 ore, 235 vittime e circa 1.000 ospedalizzazioni, la Francia sceglie la strada di un secondo lockdown nazionale, anche se poco meno severo di quello di primavera. Questa volta scuole e fabbriche rimarranno aperte, lo smart-working però sarà obbligatorio per tutti gli uffici. Ad essere penalizzati saranno soprattutto i settori della ristorazione e della ricreazione, senza contare le pesanti limitazioni alle libertà di movimento. Nessuna visita ad amici o familiari, nessuno spostamento non giustificato da motivi di lavoro, un'ora di esercizio fisico al giorno. D'altra parte la situazione lo impone. Gli ospedali iniziano a liberare i posti letto. Le misure approvate dall'Assemblée Nationale hanno ricevuto appena 27 voti contrari e sono sostenute, secondo un sondaggio di Le Figaro, dal 70% dei francesi. Al di qua della Manica invece il Governo di Sua Maestà continua a difendere l'approccio regionale, questo nonostante i 23.000 casi delle ultime 24 ore e le 280 vittime. Eppure gli scienziati premono per un approccio più duro e a questo punto nessun ministro del Governo può escludere un lockdown nazionale anche qui. Intanto sotto l'ombrello dell'Unione europea i 27 capi di Stato e di Governo guardano già al futuro e cercano di darsi linee comuni per evitare di ritrovarsi ancora una volta in questa situazione quando questa ondata sarà passata. Evitare un terzo lockdown è la parola d'ordine. A Bruxelles si discute di test rapidi, omologazione e riconoscimento comune, assistenza reciproca tra Stati per i posti letto in terapia intensiva e piani nazionali per la futura vaccinazione.