Senza preavviso o consultazione con la Corte Almasri è stato rilasciato e riportato in Libia. La Corte sta cercando e non ha ancora ottenuto una verifica da parte delle autorità sui passi che sono stati compiuti ma si ricorda il dovere di tutti gli stati parte di cooperare pienamente con la CPI nelle sue indagini e azioni penali. Sono parole dure come pietre quelle affidate a un comunicato della Corte penale internazionale dell'Aja sul caso Al Osama Almasri Najeem ed è una richiesta di spiegazioni per capire cosa sia andato storto nell'arresto e nel successivo rilascio del carceriere libico, sul cui capo pendono accuse gravissime, come crimini contro l'umanità per le durissime condizioni dei detenuti del carcere Mitiga di Tripoli, l'inferno dei migranti, descritto come una sorta di girone dantesco da centinaia di testimonianze di chi è riuscito a scamparvi. Ma andiamo con ordine. Almasri, arrestato dalle autorità italiane su mandato della CPI, è stato scarcerato per un errore procedurale, cioè l'assenza della richiesta di arresto da parte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che avrebbe saputo della detenzione nel carcere delle Vallette di Torino, solo all'indomani dell'avvenuto fermo il 20 gennaio. Tra gli ultimi sviluppi sarebbe però emersa la notizia che il mandato d'arresto era stato spiccato dalla stessa Corte sabato 18 gennaio, dopo che Almasri era stato individuato in Germania. Quel giorno il capo della polizia giudiziaria libica si era presentato ad un autonoleggio tedesco, per chiedere di potere riconsegnare l'auto a Fiumicino e in quelle stesse ore di sabato un funzionario del tribunale dell'Aja avrebbe preso contatto con l'ambasciata italiana in Olanda per comunicare che Almasri sarebbe entrato nel nostro paese. Insomma l'Italia sarebbe stata informata ben prima dell'arresto e non solo del mandato della Corte penale internazionale pendente sul libico, ma anche che stava per entrare nel nostro paese. La scarcerazione e il rimpatrio in Libia però sono avvenuti a poche ore dall'arresto perché mancava la richiesta del Ministero della Giustizia, che su questi arresti ha la competenza esclusiva. I giudici della Corte d'Appello per questo hanno accolto la richiesta del procuratore generale della Cassazione, che nel frattempo, non avendo ricevuto alcuna richiesta dal Ministro Nordio, ha chiesto di far cessare quell'arresto definito irrituale.