Il livello del confronto militare tra Iran ed Israele sale in maniera preoccupante. In una giornata di intensi bombardamenti sull'Iran, vengono colpite, tra le altre cose, due giacimenti di gas, il primo nei pressi del Golfo Persico, South Pars, uno dei più grandi al mondo e di conseguenza un danno importante per il sistema economico iraniano, il secondo Bandar Abbas, nel sud del paese. Questi attacchi, uniti alle parole incendiarie del primo ministro israeliano Netanyahu e del ministro della Difesa Katz, quest'ultimo minacciando di bruciare Teheran come risposta al contrattacco missilistico iraniano, fanno intuire che questa guerra può andare ben oltre la questione dell'arricchimento nucleare di Teheran. Programma nucleare che, stando alle dichiarazioni di Netanyahu, sarebbe stato profondamente danneggiato. L'esercito israeliano annuncia di continuare anche con gli assassini e i bombardamenti mirati, specialmente contro le strutture di difesa aerea iraniana. Il cielo di Teheran, dicono i militari israeliani, non è più immune ai nostri attacchi. Teheran d'altra parte, oltre a minacciare nuove risposte militari, inizia a far capire di avere l'intenzione di chiudere alla navigazione lo stretto di Hormuz, il passaggio marittimo commerciale più trafficato al mondo. Le centinaia di missili lanciati dall'Iran hanno bucato il sistema di difesa israeliano 17 volte, colpito principalmente il centro di Tel Aviv, dove si trova il ministero della Difesa israeliano e il quartier generale dell'esercito. Flavia Cappellini, Sky TG .