La nuova era del volo spaziale americano inizia in un pomeriggio di nuvole minacciose su Cape Canaveral quando il Falcon 9 targato Space X si stacca con un rombo di tuono dalla stessa rampa di lancio da cui decollarono gli astronauti della Luna. Il ritorno al futuro della Nasa, costretta dopo la fine delle missioni shuttle nel 2011, a pagare un passaggio che i suoi astronauti a bordo delle vecchie ma affidabili Soyuz russe porta la firma di un privato cittadino, il visionario e controverso miliardario Elon Musk che ha disegnato quel dardo bianco e nero che ora sfreccia nel cielo della Florida. La destinazione? La stazione spaziale internazionale, a bordo della navicella Doug Hurley e Bob Behnken, due veterani della Nasa vestiti in stile Tony Stark degli Avengers con un curriculum di voli a bordo dello shuttle e attività extraveicolare, il loro compito sarà testare la tecnologia della Crew Dragon per renderla abile e arruolata al trasporto di un equipaggio oltre l'atmosfera, 7 sedili a bordo, destinate ad astronauti, piloti, presto anche turisti. Una rivoluzione nell'accesso allo spazio e la stazione internazionale che parte dal razzo per arrivarci, il cui primo stadio, pochi minuti dopo il lancio, è già riatterrato su una piattaforma al largo di Cape Canaveral pronto per essere utilizzato ancora, abbattendo così i costi dell'intera operazione e consentendo a Musk di continuare a sognare, di portare le sue macchine volanti fin sulla Luna e da lì raggiungere Marte.