La giornata più lunga nel Parlamento italiano si chiude con ciò che sembrava inimmaginabile fino a pochi giorni fa. L'aula del Senato ha votato la fiducia a Mario Draghi con soli 95 sì e 38 no. Il centro-destra di governo e il Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto; questo è il penultimo capitolo della giornata, quello appunto che precede la salita al Colle di Draghi per formalizzare il suo addio a Palazzo Chigi. La giornata inizia alle 9:40 con le parole di Mario Draghi che spiega di essersi dimesso giovedì scorso perché è venuta a mancare la maggioranza di unità nazionale; una scelta sofferta dice il Premier ma dovuta. Poi Draghi ricorda le emergenze affrontate dal suo Governo e traccia quelle ancora da risolvere. L'aula del Senato applaude, il Movimento 5 Stelle è silente, 10 minuti dopo l'inizio del suo discorso Draghi spiega che l'unica strada, se vogliamo ancora rimanere insieme, è ricostruire da capo questo patto con coraggio, altruismo e credibilità. "La mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del Governo è senza precedenti ed è impossibile da ignorare." Quaranta minuti dopo Draghi conclude il suo discorso, Lega e Movimento 5 Stelle non applaudono un primo segnale di quello che sta per succedere, poco prima di mezzogiorno inizia il dibattito in aula e nel frattempo si susseguono le riunioni dei partiti all'ora di pranzo Salvini raggiungi al centrodestra di governo a Villagrande da Berlusconi, mentre Giorgia Meloni accusa Draghi di volere pieni poteri e invoca le urne; a raccontare quali sono gli umori è l'intervento del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. La Lega c'è, ma serve una nuova maggioranza e un nuovo Governo. Proposta che diventerà la risoluzione unitaria di Lega, Forza Italia e UDC. È di una sola riga quella invece presentata da Casini ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio il Senato le approva ed è la risoluzione sulla quale Draghi deciderà di mettere la fiducia. A metà pomeriggio è Mattarella a sentire leader di partito, a partire da Salvini e Berlusconi; Conte nel frattempo riunito con Letta, D'incà e Speranza. Sono le 17 quando Draghi torna in Senato per la sua replica, smentisce di aver chiesto i pieni poteri e ringrazia chi lo ha sostenuto lealmente. Si arriva al voto la fiducia c'è, ma non è mai stata così bassa; il destino del Governo è segnato, tra le accuse incrociate dei partiti che lo hanno finora sostenuto e le tensioni, arrivano anche le dimissioni di Mariastella Gelmini che lascia Forza Italia in dissenso con la linea del suo partito. Enrico Letta parla di una giornata nera per l'Italia e si dice pronto alle elezioni, è quasi sera la Meloni, in piazza, dice che gli italiani sono meglio di questo Parlamento, la campagna elettorale è già iniziata.























