I combattimenti tra l'esercito ucraino e le milizie filorusse diventano giorno dopo giorno più intensi e colpiscono anche civili. Come questa scuola di Donetsk nel quartiere di Kievski, ultimo avamposto filorusso prima che inizino le trincee ucraine. Qui la notte scorsa i bombardamenti sono stati intensi ed è stata colpita una scuola. Un colpo di mortaio è precipitato nel cortile lasciando un grosso buco. Oggi non possiamo più accogliere i bambini ma stiamo facendo di tutto per averli presto di nuovo con noi, racconta Ludmilla insegnante che vive a 500 metri da qui. Nonostante le bombe molti dei cittadini del quartiere hanno deciso di rimanere. "Ecco alle mie spalle vedete la scuola numero 56 del distretto di Kievski, periferia di Donetsk che è stata bombardata questa notte, ci troviamo a circa 6 km dalle postazioni ucraine che sono in quella direzione, gli abitanti raccontano di aver sentito una forte esplosione, i vetri come vedete sono distrutti e oggi gli studenti non sono potuti tornare a scuola." Come George ... 85 anni che vive qui vicino, pur di non fuggire ha predisposto un bunker sotto casa propria con acqua, materassi e cibi secchi. Sono cresciuto a Mosca e ricordo i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, non saranno certo queste bombe a farmi paura, perché dovrei andare via da qui?" Intanto però la tensione sale. Le autorità filorusse hanno chiamato alle armi tutti gli uomini di età militare, come ci dice Vitali che ha ricevuto sabato la convocazione. "Non so dove andrò ma sono pronto a combattere." Le reclute sono numerose, entrano, si registrano e sono subito pronte per partire, nessuno può tirarsi indietro. "Mentre intorno a noi esplodono le bombe le autorità locali hanno chiamato alla mobilitazione, gli uomini civili devono andare a combattere, qui alle mie spalle vedete una fila di persone che si sono appena presentate qui presso i posti di reclutamento, portano delle valigie, portano dei sacchi con qualche vestito, si registrano e dopodiché escono, salgono su dei camion militari e partono chissà per dove. Le loro mogli li stanno salutando da fuori perché non sanno quando potranno rivederli." Saliti sul furgone gli uomini partono per il fronte e lasciano indietro le loro donne, come Olga che non sa quando rivedrà il marito. "Ho già perso il mio primo marito in battaglia e non riesco a immaginare cosa sentirei se succedesse di nuovo, ho un figlio, non so come fare da sola." Mentre gli uomini si arruolano, le loro famiglie si radunano e vengono evacuate dalle autorità separatiste. Fuggiranno verso la Russia. I momenti di congedo tra chi scappa e chi rimane sono struggenti, non hanno bisogno di parole.























