Crisi ucraina, conferenza sulla sicurezza e il G7 a Monaco

La via d'uscita diplomatica da tutti invocata, sembra ancora lontana dall'essere individuata. La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco per il momento gira a vuoto. La Russia non c'è, ma è come se ci fosse. 15 anni fa da qui, Putin denunciò un mondo unipolare, puntando il dito contro l'espansionismo degli americani. Oggi sulla scia di quelle stesse accuse, tiene in scacco il mondo, mentre si fa vedere nella Situation Room del Cremlino a guidare esercitazioni militari con missili atomici. Se la Russia invaderà l'Ucraina nessuno ancora lo sa davvero, ma Kamala Harris, la vice di Biden, sente di nuovo quel clima da guerra fredda. A Washington sono convinti che Putin alla fine attaccherà e ripetono che se questo accadrà, Mosca si troverà isolata dal mondo. "Se la Russia invade l'Ucraina, gli Stati Uniti insieme ai suoi alleati imporranno costi economici significativi e senza precedenti". Il premier ucraino sembra deluso e infastidito. Ci difenderemo anche da soli, che senso hanno le sanzioni dopo un bombardamento, per evitare l'escalation servirebbero ritorsioni preventive. Zelensky vuole che Europa e America dicano onestamente se l'Ucraina può ambire e quando, ad un posto nella NATO, dopo che la Germania ha categoricamente escluso questa opzione. Insomma, un'altra giornata di caos, con la Cina che alla fine appare quasi come la più dialogante. Il diritto internazionale vale per tutti, Russia inclusa, ma l'Occidente comprenda le sue ragioni mettendo da parte un ulteriore allargamento ad Est della NATO. Il G7 prova a mettere ordine, la Russia deve ritirare le truppe altrimenti le conseguenze saranno davvero senza precedenti. Quella di Mosca è una sfida all'ordine globale. Ma anche sulle sanzioni il pacchetto non è chiuso, Italia e Germania chiedono che non si tocchi il comparto energetico, mentre altri Paesi si oppongono a misure troppo rigide sul fronte finanziario. Macron sentirà di nuovo Putin, alla ricerca di una soluzione ancora da trovare.