Mentre le diplomazie internazionali si affannano a cercare una soluzione alla crisi Ucraina, sul campo, sia i militari di Kiev che quelli di Mosca, continuano le esercitazioni a favore di telecamera, per far vedere agli avversari di essere pronti alla battaglia. E dal campo arrivano appelli inequivocabili e richieste di appoggio. In particolare dai territori separatisti filorussi, la richiesta di aiuto a Mosca, è sempre più pressante. A parlare è il Capo della autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. A chiarire, senza mezze parole, che i ribelli non possono farcela da soli e a chiedere il sostegno russo, è uno dei leader militari dei filorussi, Alexander Khodakovsky, ex-Ministro della Sicurezza. Per entrambi, il leader politico e quello militare, la guerra è più che probabile e la Russia deve intervenire subito ad aiutare i ribelli, che, tra l'altro, ormai sono diventati, in larga parte, cittadini russi. Dall'altra parte della linea del fronte, in Ucraina, quelle che non cambiano sono le difficoltà della popolazione. Ovunque la povertà si sta diffondendo sempre più rapidamente e adesso, in pieno inverno, il prezzo del carbone alle stelle, sta piegando una popolazione che conta su redditi bassissimi e deve comunque riscaldarsi dalle temperature che scendono anche a -20 sottozero. La maggior parte delle riserve di carbone, è infatti in Dombas, quindi non più disponibile e questo ha causato il rialzo dei prezzi. Intanto a Kharkiv, seconda città del Paese al confine con la Russia, la preoccupazione continua a riempire i campi di addestramento militari, come questo dedicato alle donne che vogliono andare in prima linea. Più tranquilla, come sempre, la prospettiva dei residenti di Kiev, pù lontani dagli scenari di guerra, ma non per questo inconsapevoli dei pericoli. Qui la gente si dice soddisfatta dei progressi diplomatici in corso.























