È trascorso poco più di un anno da quello sul Qatar, e di nuovo l'Europa è al centro dello scandalo, proprio mentre si trova in piena campagna elettorale a meno di 10 settimane di distanza dalle elezioni europee di giugno e questa volta i gate che la vedono protagonista sono due: il primo è il cosiddetto Russiagate è scoppiato dopo che i Servizi di Intelligence della Repubblica Ceca, anche collaborando con gli omologhi belgi, hanno smascherato l'azione di propaganda filorussa ad opera del quotidiano cieco online Voice of Europe, la testata gestita da Viktor Medvedchuk un ex oligarca ucraino amico del presidente russo Vladimir Putin, è sospettata di aver pagato i politici di almeno sei Stati membri per influenzare il dibattito politico e minare l'unità dell'Unione Europea, l'accusa è quindi quella di non aver agito in maniera indipendente ma di essersi trasformata in uno strumento di propaganda del Cremlino. Il sito di informazione, chiuso subito dopo lo scoppio dello scandalo, ha ripreso però qualche giorno fa pubblicando un tweet su X in cui si dichiara vittima di un blitz mediatico globalista. "Noi di Voice of Europe non ci lasceremo intimidire dalla violenza dei globalisti e non ci piegheremo a questa caccia alle streghe che ricorda i giorni più bui del maccartismo la nostra testata giornalistica è orgogliosa di fornire una piattaforma che consente a qualsiasi politico o pensatore europeo di esprimere liberamente i propri punti di vista e le proprie opinioni" , si legge nel tweet. L'altro episodio di presunta immoralità vede invece implicata direttamente la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che si trova al centro di un'indagine condotta dalla Procura Europea per interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi nell'ambito dell'acquisto di grandi quantità di vaccini Pfizer durante la pandemia. Tutto è iniziato in seguito alla denuncia penale presentata dal lobbista belga No Vax Frederic Baldan incentrata su un presunto scambio di messaggi tra la guida del Berlaymont e il capo della Pfizer Albert Bourla, inerenti un mega accordo sui vaccini dal valore stima in oltre 20 miliardi di euro. Quello che è siglato all'inizio della pandemia nel 2021 sembrava essere stato un trionfo per von der Leyen è adesso però motivo di indagine a causa dell'enorme quantità di vaccini acquistati di cui almeno 4 miliardi di euro di dosi sarebbero andati sprecati. I procuratori europei stanno indagando su presunti reati penali ma nessuno è ancora stato accusato in relazione al caso.