Se sei il Presidente degli Stati Uniti puoi avere scheletri nell'armadio ma guai se ci trovano documenti classificati. Dopo Trump grande scandalo l'estate scorsa sotto il sole della Florida e Biden grande imbarazzo due settimane fa nel sonnacchioso Delaware, ecco spuntare riservatissimo materiale governativo anche nella casa in Indiana dell'ex Vicepresidente Mike Pence, numero 2 di Trump. Glieli ha trovati un suo legale opportunamente mandato a dare un'occhiata visti gli illustri recenti precedenti. E' venuto così fuori che un paio di scatoloni del trasloco dagli uffici vice presidenziali conteneva una dozzina di documenti variamente secretati. Avvisata l'FBI che ha aperto un'inchiesta come atto dovuto, il tutto è stato consegnato, come prevede la legge, agli archivi nazionali di Washington. Ma la domanda a questo punto sorge spontanea. Ma quanti documenti segreti si perdono gli Stati Uniti? A quanto pare accade molto più di frequente di quanto non si sappia, mica per altro, ma con 50 milioni di documenti a vario titolo classificati e prodotti annualmente, la burocrazia della capitale è un fiume in piena. Pochi sono davvero in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale, molti sono noiosi fogli amministrativi che nei frenetici giorni di transizione tra amministrazioni vengono frettolosamente messi insieme a montagne di libri e altri effetti personali così irrilevanti che infatti poi giacciono nei garage degli ex per anni. Sembra essere questo il caso dei documenti trovati a casa del mite Pence, che nel suo momento di maggior gloria da passacarte sì trovo a salvare la democrazia americana certificando l'elezione di Biden mentre i sostenitori del suo capo facevano irruzione in Campidoglio, cercandolo per impiccarlo. Lasciatelo stare, è innocente, ha detto oggi non allora Donald Trump.