George Simion, l'ultra-nazionalista leader del partito AUR, trionfatore del precedente turno delle elezioni in Romania, è il simbolo del nuovo allarme populismo in Europa. Bruxelles spera nel sindaco di Bucarest, il filo-europeista Nicusor Dan. Il clima nel quale si svolge il secondo turno in Romania è incandescente dopo l'annullamento delle precedenti elezioni, quando al primo turno vinse il filo-russo Calin Georgescu, ma la Corte Costituzionale decise di azzerare le elezioni denunciando interferenze di Mosca. L'Unione Europea segue anche il primo turno delle presidenziali polacche: da un lato c'è il liberal Rafal Ciaskovski, sostenuto dal partito di Governo Coalizione Civica del Primo Ministro Donald Tusk, dall'altro il conservatore Karol Nawrocki, appoggiato dai sovranisti del PIS del Presidente uscente Duda. I sondaggi, tuttavia, in Polonia danno in vantaggio i filoeuropeisti. La questione rumena è particolarmente attenzionata perché una vittoria di Simion, che è appoggiato da Georgescu, rappresenterebbe una duplice sconfitta per Bruxelles. Da una parte non avrebbe più un alleato e dall'altra presterebbe il fianco a chi, da Marine Le Pen a Matteo Salvini, sostiene che l'annullamento delle presidenziali del dicembre scorso sia stato un colpo alla democrazia. È meno preoccupante agli occhi dell'Unione Europea la situazione in Polonia, dove Tusk appare agli occhi di Ursula von der Leyen molto solido. Domenica di voto anche in Portogallo, dove la sensazione è che il candidato del centrodestra Luis Montenegro corra verso la vittoria, seguito dai socialisti. I sovranisti di Shega dovrebbero riportare un risultato non di rilievo. .