È la disperazione di chi torna a Khan Younis, nel sud della striscia di Gaza, il giorno dopo il ritiro dell'esercito israeliano. Trova macerie e null'altro. La città, quella che era la seconda più grande nella striscia, è irriconoscibile. Strade spianate dai bulldozer, ospedali devastati. Come Al-Shifa che prima della guerra era il più grande ospedale della striscia di Gaza e che oggi è così. Jonathan Whittall vice capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari non usa mezzi termini. L'ospedale è, dopo l'ultimo assedio, un guscio vuoto. Nessun paziente. La maggior parte degli edifici danneggiata o distrutta. Le attrezzature ridotte in cenere. La struttura è totalmente inutilizzabile, cosa che riduce ulteriormente l'accesso all'assistenza sanitaria a Gaza. E il ripristino di una funzionalità anche minima nel breve termine non sembra ipotizzabile.