L'immagine simbolo è quella dell'abbraccio tra l'emiro del Qatar Sheikh Tamim e il principe ereditario Mohammed bin Salman, l'uomo che, di fatto, governa il Regno Saudita. La partecipazione del piccolo Qatar al vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo arriva poche ore dopo l'annuncio della riapertura dello spazio aereo dei confini terrestri e marini con l'Arabia Saudita a 3 anni dalla rottura che a metà 2017 ha portato alcuni Paesi del Golfo, il Regno Saudita, appunto, il Bahrein, gli Emirati, ma anche il loro alleato egiziano a imporre un embargo commerciale contro Doha, fino ad allora alleata. L'accusa era quella di un atteggiamento troppo amichevole nei confronti dei rivali regionali, l'Iran e i movimenti dell'Islam politico, come i fratelli musulmani in Egitto e in altre Nazioni toccate nel 2011 dalle rivolte arabe. A infastidire i vicini e partner commerciali, dunque, un'indipendenza troppo spinta nella politica estera del Qatar, giocata anche attraverso la diffusione nel mondo arabo della sua storica emittente al Jazeera. Oggi, in cambio del riavvicinamento è richiesto infatti a Doha di ammorbidire gli attacchi a mezzo stampa, soprattutto contro l'Arabia Saudita, dietro alla ritrovata intesa ci sono l'azione della famiglia reale del Kuwait, assieme a quella del genero del Presidente americano Donald Trump, Jared Kushner e c'è la volontà dell'Arabia Saudita di arrivare preparata all'appuntamento con una nuova amministrazione, quella di Joe Biden, che promette di essere meno morbida della precedente nei confronti di Riad e di tornare al tavolo del negoziato nucleare con l'eterno rivale regionale di potentati sunniti del Golfo, l'Iran sciita.