Un'Italia più forte di quanto possa sembrare, che rispetterà gli impegni presi e che nonostante tutto, sa da che parte stare. Mario Draghi arriva a New York per l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma la missione è la più lunga da quando è Palazzo Chigi, va oltre: Palazzo di Vetro. Tra pochi giorni si voterà, su ciò che accadrà a Roma sono puntati gli occhi del mondo. Draghi ne approfitterà per dire che lascia un Paese solido nelle proprie posizioni, fiducioso che questa solidità non sarà compromessa in futuro. Non per fare da garante a qualcuno, ma perché è profondamente convinto che sarà così. La sua, su sovranismi ed alleati, l'ha detto in maniera chiara nella conferenza stampa di venerdì scorso: i partner internazionali si scelgono sulla base dell'interesse e del bene per gli italiani e nulla, ad oggi, al di fuori dell'asse Euro-Atlantico, può fare bene al nostro Paese. Il Premier racconterà di un'Italia che non ha esitato a sostenere l'Ucraina, che più di tutti si sta sganciando da Mosca sul gas, che nonostante la crisi incombente ha un tessuto economico reattivo su cui appoggiarsi. lo ripeterà in una "quattro giorni" di incontri pubblici e privati che toccheranno tutti gli ambiti di interesse nazionale. Con Biden si incrocerà più volte e sarà l'occasione per rimarcare che serve anche uno sforzo degli USA per mantenere solido il rapporto con il Vecchio Continente, in primis accelerando sulle forniture promesse di gas liquido. L'Italia non è al momento inclusa nel dossier USA sui fondi russi ai partiti, ma il tema sul ruolo delle autarchie e i rischi per le democrazie è ben presente e resta in primo piano. Il Premier vedrà anche il Segretario Guterres, partecipare a due eventi su clima e food security, riceverà un premio per la sua leadership e il suo essere Uomo di Stato. Non sarà l'ultimo viaggio all'estero, ma sicuramente il più importante per riaffermare che l'Italia è un Paese affidabile, di cui è giusto continuare a fidarsi.























