Guidare un paese non significa solo prendere le decisioni giuste ma anche avere la capacità di capire come sarà e cosa servirà per il futuro. A Draghi non è mai mancato nulla di tutto questo in tutto ciò che ha fatto, parola di Henry Kissinger, che annuncia il Premio Statista dell'anno per il Presidente del Consiglio. A New-York per celebrarlo c'è il gotha dell'Economia e della Finanza internazionale, ci sono esponenti di religioni diverse, c'è il Segretario di Stato Vaticano. Un'immagine di unità vicina a quella che Draghi cita più volte. Solo la cooperazione può aiutare a risolvere i problemi globali che siamo chiamati ad affrontare. Una cooperazione fondata sugli stessi valori che l'Occidente ha scelto di difendere reagendo alla guerra di Putin. Concetto che riporterà all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con un messaggio per chi guarda con preoccupazione all'Italia. La nostra democrazie è forte e lo sarà ancora. Non è un modo per fare da garante a qualcuno ma la convinzione profonda che non vi siano motivi e interessi per cambiare la postura dell'Italia. D'altronde lo aveva detto anche una settimana fa. Le alleanze si fanno nell'interesse del paese. Un'Italia isolata fuori dall'Asse Euroatlantico non è nell'interesse di nessuno.























