"Le incursioni dei droni fanno parte della guerra ibrida contro l'Europa". Il portavoce, in tema di Difesa, della Commissione Europea ripete le parole già pronunciate da Ursula von der Leyen, mentre Bruxelles limita i visti per i cittadini russi. "Inaspriamo le norme per il rilascio a causa dei continui disturbi causati dai droni e degli atti di sabotaggio sul suolo europeo", spiega l'Alta rappresentante della UE per la politica estera Kaia Kallas, che afferma inoltre come viaggiare in Europa non sia un privilegio né un diritto acquisito. Gli ultimi avvistamenti di droni hanno portato a una nuova, breve, chiusura dell'aeroporto di Liegi, di 30 minuti, rafforzando la decisione della Commissione UE di dare massima priorità alle misure di Difesa. La risposta a queste minacce, spiegano da Bruxelles, deve essere unita, con un approccio a 360 gradi. I prossimi passi nella roadmap dei lavori sul tema sono già segnati per il primo trimestre del 2026. L'intenzione è quella di arrivare a un risultato complessivo concreto entro la fine del prossimo anno. In prima fila si sta intanto già muovendo la Germania, con l'istituzione di squadre di pronto intervento per la difesa dei droni. Alcuni specialisti sono già stati inviati da Berlino al Belgio su richiesta del Paese, in seguito alla decisione del Consiglio di Sicurezza straordinario. E mentre il Commissario Europeo alla Difesa Andrius Kubilius offre il supporto della UE al Belgio, il portavoce della Commissione Europea spiega infine che spetta comunque agli Stati membri l'identificazione dei droni. Gli avvistamenti sono da tempo numerosi nei cieli europei, nell'ordine di centinaia all'anno, come del resto i dubbi che tutti i droni avvistati in prossimità di installazioni militari e aeroporti civili siano di comprovata provenienza russa.























