La sua è stata forse la più famosa parabola di una stella vista letteralmente in diretta televisiva da decine di milioni di persone. Campione dei Buffalo Bills Superstar della NFL, la lega di football professionistico poi, attore di successo al cinema, in televisione fino alla caduta. OJ Simpson è stato al centro del caso giudiziario che a metà anni 90 ha tenuto l'America col fiato sospeso: il processo per l'omicidio particolarmente cruento della sua ex moglie e di un amico di lei. Era noto che Simpson fosse un violento ma il delitto scioccò il paese. I 95 milioni di persone restarono incollati per ore alla televisione a guardare la sua fuga a bordo di un Suv bianco per le strade della California meridionale inseguito dalla polizia e dagli elicotteri dei network in edizione straordinaria. Anche il processo fu seguitissimo, non solo in un'America che si divise tra innocentisti e colpevolisti. Si concluse dopo quasi un anno con una clamorosa assoluzione. Ma Simpson fu poi condannato a pagare decine di milioni in una successiva causa civile. Non si riprese mai, anzi. Mentre cercava di sbarcare il lunario, fu arrestato per aver rubato i suoi stessi cimeli sportivi e passò nove anni in una prigione del Nevada. Sulla sua vicenda scrisse anche un libro. Ma negli ultimi anni di lui non si era quasi più sentito parlare. È morto a 76 anni, ha fatto laconicamente sapere la famiglia, per un cancro alla prostata che combatteva da tempo.