L'instabilità politica della Francia si specchia in queste ore nella piazza. Sindacati, associazioni di sinistra, del nuovo fronte Popolare hanno chiamato i sostenitori ad esprimere il dissenso rispetto all'avanzata dell'estrema destra del Rassemblement National di Marie Le Pen. Già nelle scorse ore migliaia di persone hanno manifestato in diverse città del paese. A Lione il corteo si è infiammato, alcuni agenti sono rimasti feriti. Durante il fine settimana sono previste circa 200 manifestazioni in attesa delle elezioni legislative del 30 giugno e del 7 luglio, volute da Emmanuel Macron, dopo l'exploit della destra estrema all'europee. Secondo fonti della polizia sono attesi fino a 350mila persone, 100mila nella sola capitale, i sondaggi indicano la vittoria del Rassemblement National che proponi un governo di unità nazionale, Jordan Bardella il presidente del partito cerca di rafforzare il consenso puntando tutto su immigrazione e sicurezza. L'attesa elettorale è sempre più nervosa nella complessa organizzazione delle alleanze. La sinistra, agitata da correnti interne, Jean-Luc Melenchon il leader de La France Insoumise, la Francia indomita, è accusato da fronde dissidenti della sinistra di epurazione. Il leader dei repubblicani Eric Ciotti dopo l'annuncio di un accordo con il Rassemblement è stato espulso dai conservatori. Il tribunale ha però invalidato la sospensione. Dopo una settimana di colpi di scena, in un clima incandescente, una certezza è la perdita di consenso di Emmanuel Macron, contestato come nel suo periodo più buio quello dei gilet gialli quando, come oggi, il profondo dissenso del Paese si riversò ogni sabato nelle strade, tra cassonetti infuocati e cariche della polizia.