La Georgia al bivio. Urne aperte in tutto il Paese, si vota per le elezioni parlamentari ma in ballo c'è molto di più. Sulla strada che porta verso la capitale Tbilisi la propaganda si mostra con tutta la sua chiarezza. La minaccia del possibile allargamento della guerra in Ucraina come leva per gli indecisi. Due chiese, una distrutta in Ucraina e l'altra intatta in Georgia con la scritta che recita: “No alla guerra, sì alla pace”. Secondo gli ultimi sondaggi l’80% dei georgiani vuole aderire all’UE, ma Bruxelles ha sospeso a tempo indeterminato la richiesta d’ingresso della Georgia dopo che il partito al Governo ha approvato la legge sull'influenza straniera: media, ONG e altri gruppi no-profit, se ricevono almeno il 20% dei finanziamenti dall'estero devono registrarsi come "organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera". La legge è molto simile a quella che il Cremlino usa per mettere a tacere i suoi oppositori. Oggi la Georgia sceglierà la tua strada. I risultati ci diranno dove porta, se verso Bruxelles o verso Mosca.