Mancano meno di sei settimane alle elezioni tedesche del 23 febbraio, e mentre Berlino si colora con i poster elettorali, l'uomo da battere rimane l'ex manager di BlackRock Friedrich Merz, leader dei cristiano-democratici della CDU che guida i sondaggi con il 30% sebbene in calo rispetto all'estate quando era al 36%. La campagna elettorale entra nel vivo con tutti i candidati cancellieri ormai nominati, sarà breve sì ma anche intensa con i tedeschi sempre più preoccupati, almeno secondo il sondaggio della TV pubblica ARD per la situazione economica e l'immigrazione. Temi che sembrano favorire i partiti di centrodestra e di estrema destra. Lo ha capito bene Merz che punta su sgravi fiscali, orgoglio tedesco e tolleranza zero sull'immigrazione. Sull'immigrazione Merz rivaleggia con la retorica di Alternative für Deutschland che promette frontiere blindate, rimpatri e uscita dall'UE con la leader Alice Weidel che gode dello stesso apprezzamento personale di Merz e il partito nel suo momento favorevole è al 22%. È invece in salita la corsa di Olaf Scholz che paga la crisi di Governo anche se il cancelliere è un uomo da campagna elettorale. Scholz mette in guardia dal pericolo dell'estrema destra e presenta un programma incentrato sulla redistribuzione e sul lavoro ma la sua scarsa popolarità tra gli elettori è un freno. In sordina i verdi guidati dal cancelliere Robert Habeck avanzano con un programma di centro- sinistra che guarda la transizione ecologica, tema che scalda poco i cuori tedeschi e alla redistribuzione della ricchezza. Si delinea quindi una corsa a due CDU e AfD con Alice Weidel che ha iniziato la sua crociata contro la sinistra e contro Merz, mentre il candidato cancelliere della CDU esclude qualsiasi alleanza con l'estrema destra sul modello austriaco. Ma se fino a poco tempo fa una vittoria di Alternative fur Deutschland sembrava impossibile ora comincia a farsi spazio tra le possibilità.