Dopo una settimana turbolenta, Friedrich Merz serra i ranghi e ottiene il pieno sostegno del suo partito. Il congresso della CDU approva all'unanimità il sofort programm, il piano d'azione da attuare in caso di vittoria elettorale che punta su una stretta all'immigrazione e sul rilancio economico. Dal palco del congresso il leader cristiano democratico lancia un duro attacco ad AFD, escludendo categoricamente qualsiasi forma di collaborazione. Non lavoreremo mai con loro, né prima né dopo. E sottolinea inoltre come il partito di estrema destra sia ostile ai legami con l'occidente e la Nato, ottenendo una standing ovation dai 1001 delegati presenti. Merz ha ricucito i rapporti con l'ala Merkeliana contraria a qualsiasi apertura verso AFD, prosegue nella sua strategia di spostamento a destra per erodere consensi agli estremisti e si dice pronto a guidare il paese. Nel frattempo anche i verdi segnano una svolta sull'immigrazione. Il vice cancelliere Robert Habeck presenta un piano di riforma dell'asilo con un'impronta securitaria, arrivando a ipotizzare la violazione dei trattati europei qualora il regolamento di Berlino non venisse applicato. Un segnale chiaro di quanto AFD stia ancora dettando la agenda politica della campagna elettorale. AFD però radicalizza ulteriormente le sue posizioni abbracciando proposte di stampo trumpiano. Il partito propone l'uscita della Germania dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'espulsione forzata di 250 mila rifugiati e un riavvicinamento diplomatico con Russia e Cina. La prossima settimana, poi, la leader Alice Weidel volerà a Budapest per incontrare Viktor Orban e rafforzare l'asse sovranista europeo. Nonostante l'AFD continui a incalzare ma senza guadagni significativi, un primo sondaggio registra un lieve aumento dei consensi per la CDU che si conferma primo partito. A sorpresa cresce anche la sinistra di Die Linke, segnando un trend inatteso. Due forze politiche agli antipodi, soprattutto sul tema dell'immigrazione. .