In molti, nonostante i sondaggi della vigilia, speravano che fosse la vittoria dei popolari contro quella dei populisti. Ma gli elettori hanno deciso diversamente. E così in Austria con oltre il 29% dei voti è in testa il partito dell'ultradestra dell'FPO, mentre quello dell'attuale cancelliere, Karl Nehammer, si ferma al 26%. Herbert Kickl, 55 anni, leader proprio del partito liberalnazionale, vicinissimo al premier ungherese Viktor Orban e contrario a inviare soldi e armi a Kiev, russofilo ed euroscettico, ha fatto della parola reimigrazione, ripetuta ad ogni comizio, l'arma della vittoria. L'Austria sarà una fortezza della libertà, spiega, puntando all'espulsione di chi, dice, non rispetta le regole, regole che punta però ad inasprire drasticamente. E pensare che fino al voto FPO e popolari, formazione comunque di centrodestra, sembravano appaiati, con il cancelliere in recupero dopo la debacle delle europee, grazie agli aiuti immediati approvati per la bassa Austria, da poco colpita dalle alluvioni. Vanno male anche i verdi, suoi alleati di governo, che raggiungono poco più dell'8%, superati di un soffio dai liberali di NEOS, con i socialdemocratici che restano invece il primo partito d'opposizione con il 20% delle preferenze e si dicono già pronti a dialogare con Nehammer per scongiurare un governo Kickl. Gli austriaci hanno fatto la storia, si sono espressi per il cambiamento, il primo commento a caldo dall'FPO. E in effetti dal dopoguerra è la prima volta che l'estrema destra è tanto forte in Austria.