Questa volta erano in sette a darsi battaglia davanti alle telecamere per il round finale prima delle elezioni del Bundestag del 26 settembre. Protagonisti, oltre ad Olaf Scholz, Armin Laschet e Annalena Baerbock, gli esponenti dei partiti minori e questa volta anche la politica estera è entrata nel dibattito. Russia, Cina e Ue, ma sempre tanta politica interna e previsioni sulle possibili coalizioni quando l'Union, CDU/CSU, è in recupero a soli due punti dai socialdemocratici di SPD. Con calma ed autorevolezza il socialdemocratico Scholz, favorito per la successione ad Angela Merkel, ha chiesto un voto chiaro per poter guidare il prossimo Governo, mentre Laschet è riuscito a non commettere errori ed ha approfittato del periodo positivo della CDU chiedendo un Governo a guida popolare ed escludendo alleanze con l'ultradestra di AfD. Markus Söder per la CSU, il partito gemello bavarese di CDU si è detto a favore di una Coalizione Giamaica, ossia con l'Union alla guida insieme a Verdi e Liberali, paventando il pericolo rosso di una coalizione tutta a sinistra con SPD, Verdi e Die Linke, a questo ha fatto eco il liberaldemocratico Lindner, che con i sondaggi che lo vedono al 11% potrebbe essere il vero ago della bilancia nel post elezioni. Baerbock invece ha evidenziato che il prossimo dovrà essere un Governo per il clima, guidato dai Verdi. Adesso la palla passa in mano agli elettori, anche se il voto postale è iniziato già il 6 settembre. Intanto, da oltre manica, il settimanale The Economist auspica per la Germania una coalizione a semaforo, ossia tra Socialdemocratici, Verdi e Liberali. Domenica Olaf Scholz potrebbe condurre SPD alla vittoria, mentre Laschet, comunque vada, avrà portato l'Union al minimo storico dalla Germania unita.