Chiusa la fase dei dibattiti, delle polemiche e degli attacchi anche personali, in una campagna elettorale non priva di colpi bassi, è arrivato il giorno del voto. Ora la parola passa ai greci, ai quasi 10 milioni di aventi diritto, per cui le urne si sono aperte alle 7 di mattina e si chiuderanno alle 7 di sera, allo scopo di rinnovare i 300 membri del Parlamento. 250 seggi verranno assegnati col proporzionale ai partiti che supereranno la soglia del 3%, i restanti 50 saranno destinati, in una sorta di premio di maggioranza, al primo partito. Stando a tutti i sondaggi, ad affermarsi con un discreto margine dovrebbero essere i conservatori di centrodestra di Nea Demokratia, guidati dal 51enne Kyriakos Mitsotakis, figlio di un ex premier, discendente di una famiglia che da generazioni si trova al centro della scena politica greca. Niente di più diverso di Alexis Tsipras, il giovane ingegnere civile che riuscì a conquistare il Paese nel 2015 con una retorica anti-austerity e anti-sistema, a cui ha legato aspettative poi, purtroppo, deluse. Nonostante i primi dati economici positivi dopo 10 anni di crisi, sembra avere meno presa sull'elettorato. Per lui non sarà facile oggi confermarsi premier del Paese.