McMaster Street è una strada di Belfast Est, intrisa di storia e ancora oggi, di orgoglio unionista. Qui vivevano, a inizio 900, i lavoratori del Titanic, spesso stipati fino a 12, in minuscoli appartamenti. Per quanto in realtà poveri, al contrario dei cattolici, avevano il privilegio di poter lavorare nei cantieri navali e la sera venivano qui, chi a tifare, chi a a giocare, allo stadio del Glentoran, malconcio ora come allora, nonostante militi in Prima Divisione. "Il lavoro era duro nei cantieri navali. Duro e lungo e quindi gli operai avevano bisogno di trovare una forma di svago. 10 degli 11 giocatori, provenivano dai cantieri, solo il portiere non ci lavorava". Sam, che alla storia dei giocatori del Titanic ha dedicato un libro, ha idee liberali. Cresciuto a Est Belfast, non teme gli sconvolgimenti che potrebbe portare, la probabile e storica vittoria alle elezioni per il rinnovo del Parlamento locale dello Sinn Fein, il partito nazionalista repubblicano che mira all'unificazione dell'Isola. "Questo club e quest'area sono sopravvissuti a tutti politici più forti di qualsiasi altra parte dell'Europa Occidentale. Ci sono cose che rimangono. Non cambiano, incuranti del clima politico. C'è sempre bisogno di avere un posto dove andare di sabato e incontrare i tuoi amici. Questa è una sorta di oasi. Questo è semplicemente un club. Non affibbiamo etichette. E così dovrebbe essere." Ma Sam sa di eccezione, in strade in cui i muri trasudano messaggi bellicosi e dove la delusione per come è stata gestita da Londra la brexit, specie il cosiddetto Protocollo Nord-Irlandese, è palpabile ovunque. Qui la gente che ha votato per il DUP, il principale partito di Governo Unionista, si sente abbandonata, quando non tradita, dai politici di Londra. Decenni dopo i cosiddetti "troubles", i muri di Belfast continuano a raccontare, come ci spiega bene il professore Bill Rolston, che hai murales politici, ha dedicato molta parte del suo lavoro accademico. "Ci sono alcuni murales sul lato lealista, non qui sul lato repubblicano, che sono molto più divisivi e si può argomentare che intendono esserlo di proposito, perché non sono cambiati dagli accordi di pace. Ci sono uomini mascherati con i fucili che li puntano a volte verso chi li riguarda. E lì, il messaggio è in sostanza: non siamo andati via.".























