Non tutti possono sfidare Putin alle elezioni. Non potrà farlo ad esempio Boris Nadezhdin, l'unico candidato alle presidenziali del prossimo marzo, che era apertamente contrario al proseguimento della guerra in Ucraina. Con tanti oppositori in carcere da anni, su di lui puntava gran parte dell'opposizione. La Commissione elettorale russa lo ha escluso perché oltre 9.000 delle 105.000 firme presentate non erano regolari, mentre per essere ammessi la quota di firme irregolari non deve superare il 5%. Così Putin si troverà a sfidare solo tre candidati, che vengono ufficialmente da partiti di opposizione, ma che in realtà non hanno mai contrastato le politiche del Cremlino che invece venivano duramente criticate dal pacifista Nadezhdin. La decisione della Commissione sembra avere quindi una chiara matrice politica per assicurare a Putin il più ampio suffragio possibile nella conquista del quinto mandato da Presidente. In vista delle elezioni Putin avrebbe peraltro chiesto ai suoi generali una vittoria simbolica in Ucraina. La cittadina di Avdivka, alle porte di Donetsk, è l'obiettivo su cui i russi stanno puntando nelle ultime settimane con gli attacchi che si sono intensificati nelle ultime ore a fronte di soldati ucraini sempre più a corto di munizioni per il blocco degli aiuti militari americani. Intanto il Presidente russo prosegue a tessere la sua tela di relazioni internazionali. Nell'ultima telefonata con l'omologo cinese Xi Jinping, i due Presidenti hanno denunciato la politica di doppio contenimento della Russia e della Cina da parte degli Stati Uniti respingendo la pressione politica e militare americana. Questo mentre il Parlamento Europeo ha invece approvato una risoluzione in cui si denunciano i continui tentativi della Russia di minare la democrazia europea attraverso campagne di disinformazione e tramite il finanziamento di partiti politici, funzionari, deputati e movimenti che dividono l'opinione dei cittadini europei e amplificano la propaganda russa.